Francesca Santucci
DONNE DI CARAVAGGIO (sante e peccatrici, nobili e plebee, dame e cortigiane, donne dell?immaginario realisticamente rappresentate) imerik 2015NOTA DELL'AUTRICE
Lucia Aratori, la madre, morta nel 1590, convinta sostenitrice delle doti del figlio, tanto da non esitare a vendere alcune proprietà dopo la morte del marito, per finanziare il suo apprendistato presso la bottega del pittore bergamasco Simone Peterzano, pagandogli ben quarantaquattro scudi d'oro; Costanza Sforza Colonna, la marchesa di Caravaggio, conosciuta fin dai tempi in cui suo padre era vivo, materna protettrice anche nei momenti piùdrammatici, donna-ombra per tutta la vita; e poi le cortigiane, amiche, amanti e modelle: Fillide Melandroni, Anna Bianchini, Monica Calvi e Maddalena Antognetti. Fillide Melandroni, cortigiana pentita, divenne educatrice di altre cortigiane. Mor?nel 1618, a trentasette anni, privata della sepoltura cristiana non essendo in ordine con la Chiesa. Compare in quattro dei suoi dipinti: Ritratto della cortigiana Fillide (1597), Marta e Maria Maddalena (1598), Santa Caterina d'Alessandria (1598) e Giuditta e Oloferne (1599). Anna Bianchini, detta "Annuccia", descritta in un rapporto di polizia più presto piccola che grande e dai capelli rosci et lunghi fu la più sfortunata: morì annegata nel Tevere, a venticinque anni. Posò come modella per la Maddalena penitente (1597), il Riposo durante la fuga in Egitto (1597), Marta e Maria Maddalena (1598) e la Morte della Madonna (1604). Monica Calvi, "Menicuccia", che aveva una casa sontuosa e anche lei frequentava personaggi altolocati come il cardinale d' Este, dal carattere turbolento quanto quello dei suoi amici e amiche, non chiaramente rintracciabile nei suoi quadri. Maddalena Antognetti, "Lena", descritta in alcune cronache come donna di Michelangelo, fu presente negli ultimi quadri romani: Madonna dei Pellegrini (1604), Madonna dei Palafrenieri (1604) e Maria Maddalena in estasi (1606). Anche lei morì giovane, nel 1610, a soli ventotto anni. Donne nobili e plebee, benefattrici e di malaffare, composte e rissose, sobrie e dissolute, di potere o sfortunate, queste le donne "reali" importanti nella vita di Caravaggio, ma altre figure femminili, fra mito, storia, leggenda e religione, ugualmente importanti ritroviamo nella vita del celeberrimus pictor (come ebbe a definirlo nel 1597 Ruggero Tritonio), quelle che nutrirono il suo immaginario e gli ispirarono la composizione dei capolavori che ancora oggi lasciano stupefatti i nostri occhi: Medusa, creatura del mito, Giuditta, eroina biblica, Salomè incarnazione del male, la zingara, imbrogliona fascinatrice, Maria, la madre di Gesù. E poi le sante, santa Caterina, sant'Orsola, e la peccatrice redenta, Maria Maddalena, sprofondata nel peccato, che, d'istinto, comprende la forza del messaggio cristiano, di certo quella nella quale maggiormente si rispecchiò Caravaggio che, nel disordine e nella violenza della sua esistenza, sfiorando i confini dell' eresia, riuscì invece, ad essere profondamente religioso, comprendendo e descrivendo come reale il mistero del Cristianesimo. Francesca Santucci Recensito dalla prestigiosa rivista "Leggere Tutti", sul numero 97 Giugno-Luglio 2015
RECENSIONE di Cristina Biolcati
INDICE Prefazione di Piergiorgio Cavallini Nota dell'autrice La buona ventura Maddalena penitente Santa Caterina d'Alessandria Testa di Medusa Il seppellimento di Santa Lucia Salomè con la testa del Battista Il martirio di Sant' Orsola
Donne di Caravaggio finalista al Premio "Cinquantesimo Marcelli"
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