Tutte le
gamme dei sentimenti, di varia intensità, tutti gli aspetti
della natura, dai più fragili, lievi e teneri ai piu'
sconvolgenti, il dramma della solitudine e
dell'incomunicabilità fra gli esseri, la fine dell'amore,
degli amori. Natura, cultura e mito coesistono in questa
Poesia cosmica e universale.
Lo stile e' unico e inconfondibile.
I moduli classici acquisiscono una morbida levità sotto il
tocco femminile della penna di Francesca Santucci e si animano
di immagini vive che irrompono prodigiose.
La femminilità del sentire, l'atteggiamento talvolta
teneramente passivo di attesa e di accoglienza, il languore di
certi istanti di voluttà sono tratteggiati con una delicatezza
esemplare, che nulla concede alla licenziosità e alla
morbosità. Non viene mai meno la fusione armoniosa con la
natura e con l'universo e la plastica sensualità delle
immagini è tutt'uno con la profonda modulazione interiore del
canto.
Micro-cosmo nel macro-cosmo, ogni palpito umano ("Segnali"),
ogni manifestazione di vita nella natura, dove natura ed uomo
subiscono lo stesso destino di smarrimento, solitudine,
delusione, sofferenza, vuoto, ma vivono ("Sorella").
Straordinari sono "i poemi del mare", archetipo ed emblema
della vita per tutti i poeti, ma che nella raccolta di
Francesca Santucci si arricchiscono di nuove accezioni: l'onda
solitaria controcorrente, il frutto di mare che vorrebbe il
bacio della spuma dell'onda, ma cola a picco nell'abisso buio.
Universo senza speranza?
No. La potenza di Amore irrompe improvvisa ad animare la vita,
e le lacrime si trasformano in sorriso. Il canarino e il gatto
"sentono" che qualcosa è cambiato nell'intimità e partecipano
di questa rinata speranza con la loro vivacità e i fiori del
giardino brillano di nuovi colori.
Bella l'invocazione alla luna ("Luna"). La musica sommessa
delle parole di invocazione è una melodia che ci culla e che
ci fa partecipi di un mondo magico, dove solo ai fanciulli ed
ai poeti e' dato vivere. E Francesca Santucci Poeta lo è
davvero. La sofferenza, il desiderio, la fuga, l'ansia di
assoluto, l'angoscia esistenziale, la disperazione, l'amore
dell'amore e l'eccesso d'amore, la passione dolorosa e tragica
("Furia d'Amore"), l'assenza dell'altro, sia nella vicinanza
che nella lontananza ("Passi nella notte"), la tristezza che
ci si illude di colmare con l'amore, la febbre del desiderio
sullo sfondo infernale di notti d'estate, ci restituiscono la
vicenda umana nella sua completezza e nella sua varieta' di
moti, ma quest'Artista ci fa dimenticare squallori, miserie,
ansie, tutte ricomposte nella straordinaria bellezza delle
immagini e nell'armoniosa musicalità del canto interiore.
Anche noi ci afferiamo al "raggio più lucente" della Luna, in
un "ultimo viaggio", che nulla di macabro possiede, visto con
questi occhi ed esperito con questa sensibilità.
Antonia Chimenti, Toronto, 11 marzo 2006