Francesca Santucci
Il suono
Suono più caro il mio ricordo non ha che la musica della sua voce quando mi sussurrava le parole d’amore. Arrossiva il mio volto a quegli intimi colloqui, m’inebriava come il profumo delle rose a primavera. Allora, confusa come da febbre, balbettavo, io che ero così arrogante e fiera, mi smarrivo, goffa tra le sue braccia. Non lenisce la pena il tempo, no, fascinose lusinghe quelle sue parole, insieme spina e nodo e laccio e piaga, pur nell’intreccio di giorni e mesi ed anni, ancora intatte mormorano nell’infranto mio cuore. Artigli, come di bramosa belva, mi trapassano, ossessive mi straziano, ovunque io vada.
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