Francesca Santucci

 

PIAZZA VECCHIA A BERGAMO

(AA.VV., "Strade d'Italia", Apollo edizioni 2022)

 

 

 

Fontana del Contarini

Il "Torquatone"

(statua del poeta Torquato Tasso)

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Simile a una gemma incastonata è Piazza Vecchia, collocata nel cuore di Bergamo alta, gioiello rinascimentale fra tante tortuose viuzze medievali, in cui ogni pietra, ogni muro, ogni monumento, ci parla del passato ben preservato e offre al visitatore l’immagine di un luogo sospeso nel tempo, preclusa al traffico cittadino.
In questa piazza (anticamente chiamata platea magna nova) si trovava il vecchio foro romano. Per molti secoli fulcro dell'attività politica e civile cittadina, ancora oggi è un punto di ritrovo, per una  passeggiata,  per visitare la Bergamo storica, per mostre d’arte o eventi internazionali.
In origine, nei secoli X e XI, Piazza Vecchia non esisteva, era uno spazio ingombro di casupole misere e fatiscenti
. Nel XII secolo la zona cominciò ad essere bonificata e solo con il Medioevo divenne il centro cittadino, con la costruzione del Palazzo della Ragione. Cominciò a delinearsi nell’aspetto attuale nel XV secolo, quando furono innalzati gli  edifici che la circondano, assumendo una forma geometrica rettangolare quasi perfetta.
L'area spaziosa e rappresentativa, quale noi la conosciamo, fu, però,  una conquista rinascimentale della nuova ricca Bergamo sotto il dominio veneziano, amando allora la città presentarsi in forma sfarzosa.
Definita “La piazza più bella del mondo” dall’architetto Le Corbusier, che  aggiunse “Non si può più toccare neppure una pietra, sarebbe un delitto”, Piazza Vecchia fu anche luogo di morte: infatti nel 1500 vi era stabilmente piantata una forca per le impiccagioni. A seguito della Rivoluzione francese,  in omaggio alle nuove idee illuministiche, il 20 marzo 1797 vi fu innalzato l’albero della libertà e si ballò fino a notte fonda.
Al centro della piazza, scenografica domina la famosa Fontana Contarini, risalente  al 1780, donata dal Potestà veneziano Alvise Contarini per abbellire la piazza e per alleviare i disagi legati ai periodi di siccità. In marmo bianc
o di Zandobbio, pietra locale, ha base ottagonale ed è circondata da statue disposte in modo simmetrico, sfingi, serpenti e leoni (spesso troviamo il leone a Bergamo e nella Bergamasca, simbolo della dominazione di Venezia, rappresentato assieme a un libro aperto, sul quale, osservando attentamente, si legge la parola latina “pax”, se la città si era consegnata pacificamente all’autorità veneziana, a un libro chiuso se in modo turbolento).
Dopo la morte di Garibaldi, da sempre in vivi rapporti con “la città dei mille” (così chiamata Bergamo per la massiccia partecipazione di volontari all’impresa garibaldina), i bergamaschi vollero innalzare in suo onore in Piazza Vecchia un monumento, perciò smontarono la fontana e al suo posto collocarono la statua. Dopo quasi trent’anni, nel 1922, resisi conto di aver intaccato l’ambiente, la fecero trasportare in Città Bassa, collocandola al centro della Rotonda dei Mille, e la bella fontana ritornò al suo posto.
Altro gioiello della piazza è Palazzo Vecchio, o Palazzo della Ragione, il palazzo comunale più antico della Lombardia, costruito in pietra, tra il 1183 e il 1198. Menzionato dalle cronache del 1199 come il palatium comunis Pergami, è considerato la più antica sede comunale d’Italia: infatti già nel XXII secolo si ospitavano le assemblee pubbliche, e durante la dominazione di Venezia fu utilizzato come tribunale. Al suo interno sono conservati affreschi notevoli, strappati da chiese e da edifici civili. Al piano terra, all’interno del porticato, si può ammirare una meridiana, opera dell’Abate Albrici, realizzata alla fine del XVIII secolo. Tutti i giorni alle 12 circa  (con l’ora solare) il raggio del Sole entra nel disco, colpisce la meridiana, segna la data  e il segno zodiacale.
Attraverso una scalinata si arriva al primo piano, dove si ammirano sculture rinascimentali e medievali. Nella prima sala delle Capriate si conservano affreschi del Bramante e nella Sala dei Cinquecento si possono ammirare pregevoli affreschi. A destra del Palazzo c’è un passaggio che durante la dominazione austriaca era un posto di guardia. Si possono ancora vedere, nelle colonne e nei muri, i tagli provocati dalle lame delle baionette affilate dai soldati. Sotto il porticato del Palazzo della Ragione, anticamente centro di traffici e tribunale aperto, civile e penale,  si può distinguere una pietra bianca, che, pare, fosse una sorta di Pietra della Vergogna, dove venivano fatti sedere con le terga nude, esposti al pubblico ludibrio, i commercianti ladri o imbroglioni. Sulla sinistra del porticato c’è una statua raffigurante il poeta Torquato Tasso,  chiamata dai bergamaschi con dispregio il “Torquatone” perché non è proprio ben riuscita.
Accanto al Palazzo della Ragione svetta la Torre Civica, detta anche il “Campanone”, costruita  tra l’XI e il XII secolo: intorno alle 22:00 non manca mai di scoccare i cento suggestivi rintocchi che, in passato, annunciavano la chiusura delle porte d’accesso alla città. Nel periodo comunale fu sede del Podestà, mentre con il termine dell’epoca medievale e l’arrivo della Repubblica di Venezia venne utilizzata come luogo di detenzione. Da questa torre, la più alta della città, si può ammirare un bellissimo panorama su tutta Bergamo e sulle campagne circostanti, e nelle giornate serene si può scorgere la Madonnina del Duomo di Milano.
Su Piazza Vecchia si affaccia anche  il Palazzo Nuovo, che ospita la storica Biblioteca Civica Angelo Mai, fra le più importanti d’Italia per la quantità e rarità di volumi a stampa,
giornali, riviste, manoscritti, incunaboli, periodici, cinquecentine, pergamene, carteggi, musiche, stampe, disegni, autografi, fotografie e mappe cartografiche.
Attraversando la piazza, e infilandosi nel  porticato al di sotto del Palazzo della Ragione, si sbuca in piazza Duomo, scrigno di altri tesori straordinari che raccontano il passato della città e l’antica gloria: il Duomo, la Cappella del Colleoni, il Battistero e la Basilica di Santa Maria Maggiore.
 

 

 

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