Francesca Santucci LA ROSA DI SERRA dalla raccolta "Storia di due rose"
Associazione culturale
Lucania/art Onlus
Illustrazioni dell’autrice
È il
tempo che tu hai perduto per la tua rosa
Un giorno di febbraio un giardiniere scoprì nella sua serra,
dove coltivava rose bellissime dagli intensi profumi, dalle
mille sfumature e dalle infinità varietà, scarlatte e rosa
tenui, lilla e madreperlate, bianco crema e rosso ciliegia,
rame e arancio, grandiflora e ad alberetto, rampicanti e da
taglio, seminascosto tra le erbacce spontanee, un fiorellino
selvatico. Era fragile, umile, i petali ben serrati, d'un
colore smorto e spento, non emanava alcun profumo; ormai aveva
il capo chino come se agonizzasse o, addirittura, fosse già
morto, ma il giardiniere lo colse egualmente perché pensò,
ostinato, che se lo avesse trapiantato in un buon terreno
fertile, e collocato in pieno sole, si sarebbe rianimato, e da
quell' insignificante bocciolo sarebbe sicuramente sbocciato
un fiore meraviglioso, e così fece. Con molta delicatezza lo
sottrasse alle erbacce e lo trapiantò in un terreno ricco di
humus, lo espose al sole e cominciò a coltivarlo.
Le disse: - Non temere, ti porterò nel mio Regno, laddove vivono solo le rose blu; lì sarai rosa fra le rose, e vivrai per sempre! Allora la rosa respirò, si rianimò, e, in riconquistata bellezza, s’involò verso quel regno fatato, nuovamente empiendo l’aria del suo profumo. Francesca Santucci
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