Francesca Santucci
La donna del ritratto
(Dall'antologia AA.VV. Stile Euterpe vol.II Aldo Palazzeschi, Poetikanten 2015)
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Perlacee rose in boccio, doppie, vellutate,
in fascio rigoglioso ma piccolo, discreto,
quasi per caso adagiate sul ripiano marmoreo
lieve l’antica fanciulla con mano gentile,
adorna d’un anello con granato, sfiora.
Sbiadita nella foto color seppia ha candide vesti verginali,
velate le braccia di tulle e taffettà, un crocefisso
sui seni discreti pende, la destra sopra un libro di preghiere,
dono delle Orsoline, dove, ragazza dabbene
di buona famiglia, or ora ha completato l’istruzione collegiale.
Nel volto quieto e serio dall’espressione soave
appena appena un’ombra un poco grave
(la foto virata è stata commissionata per lo sposo promesso
che ancora non conosce).
Pur viva nella mente io stento a riconoscere
la donna del ritratto, eppure familiare è l’ovale del suo viso
privo di belletto, le linee della bocca piccolina,
a cuore, senza nessuna traccia di rossetto,
l’annodo dei capelli infiocchettati bassi sulla nuca,
gli occhi chiari: è come se guardassi me allo specchio...
Infine riconosco la madre di mia madre, romantica figura
di tempi assai lontani. Carezzo con lo sguardo la sua mano,
le sue guance sfioro, sorrido alla donnina d’altri tempi
che ora più non vive, ma pure ancora nel mio cuore vive
e in quel vecchio ritratto datato quindici aprile del diciotto.
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