La fascinazione che la famiglia Brontė,
con le sue passioni e l’innata capacità narrativa, esercita su
Francesca Santucci, scrittrice e poetessa, traspare in ognuna
delle pagine del libro Il mondo di Emily Brontė,
Kimerik 2018, e ci trasmette, con
passione e rigore, emozioni e pensieri che contribuiscono a
formare nel lettore una memoria storica del XIX secolo e
insieme a far conoscere l’unicità di personaggi
indimenticabili. Una descrizione accurata di ambienti, luoghi
e atmosfere che, a partire dai membri della famiglia, tocca i
grandi temi della vita, dell’amore, della morte, del destino e
del coraggio. Identità personali che s’intrecciano con
l’identità di un popolo permettendoci di attraversare quelle
esperienze di comprensione che fin da sempre ci modificano e
ci arricchiscono. Wuthering Heights, come ci dice la
stessa autrice, è stato il primo romanzo che ha letto in una
sorta d’iniziazione alla vita, seguito dal film di William
Wyler uscito nelle sale italiane con il titolo La voce
nella tempesta. Prima trasposizione cinematografica
dell’opera, il film fedelmente consegnatoci alla vista
sullo schermo evidenzia la forza narrativa dell’opera,
connotandola di tratti caratteristici e subito riconducibili
alla famiglia Brontė. Sia il libro che il film hanno lasciato
una traccia indelebile nel cuore di Francesca, che si
percepisce e si materializza in molti suoi scritti fino a
giungere a questo lavoro della maturità, omaggio alla memoria
di vite uniche, grazie a maglie che uniscono le dimensioni
spazio-temporali donando agli eventi un’entità corporea che
intreccia i fili di eventi universali eppure circoscritti a
luoghi e momenti della storia ben definiti. Nello scorrere le pagine, che l’autrice
ha corredato di ritratti e dipinti con i quali ci fa
dialogare, ci si trova di fronte ad una tessitura perfetta,
che coinvolge l’essere umano in tutte le sue dimensioni, a
partire da quella artistica. Ho letto con curiosità, appassionandomi
per osmosi alle vicende della famiglia Brontė, registrando e
conservando, come una buona massaia, tutti i particolari ed i
dettagli che formano gli ingredienti del libro, ho assaporato
la continua tensione che mi ha spinto a conoscere gli eventi
della pagina successiva e, man mano che andavo avanti, mi
accorgevo della profondità e, allo stesso tempo, dell’armonia
che Francesca riusciva a trasmettere pur narrandoci turbinii
di emozioni. Ma questo è il compito di un buon libro, dove la
letteratura si fonde alla storia e alla narrativa; farci
entrare dalla porta principale in quel mondo nascosto dentro
ognuno di noi in punta di piedi ma toccando corde appassionate
e appassionanti. Un viaggio nel viaggio di un’epoca che si
concentra nelle pagine del libro dove la libertà espressiva si
fonde alla lezione e alla tradizione della grande letteratura
di tutti i tempi. Con Francesca al timone ho solcato mari
sconosciuti incontrando i personaggi della famiglia Brontė
che, grazie a lei, come a coloro che ne trasmettono la
memoria, scrittori, registi, attori, continua a navigare nelle
perigliose acque della vita di ciascuno di noi.
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