Francesca Santucci
Girotondo
Non lo elaboro il lutto
semplicemente lo trangugio
come l’amaro farmaco
medicamentoso,
e non mi lascio soffocare
come se fosse un flutto
improvviso che assale.
Mi canto la nenia infantile
del giro girotondo e il cerchio
chiudo. E non lacrime
e non guerra e non morte,
non è trascorso il tempo
e mai sono cresciuta,
e mia madre è giovane
e sempiterna bella, ed ancora
sussulto di sotto in su ai calzoni
di lavoro di mio padre, severo,
che torna e minaccioso
agita la cinghia, ma c’è la nonna
che fra le braccia morbida
m’accoglie, e più non m’impauro.
Giro giro tondo, com’è bello
il mondo! Ancora non m’affogano
le lacrime, ancora non m’assale
il devastante male.
("Biblioteca dell'inedito", edizioni Il filo, 2004)