Francesca Santucci
FILASTROCCA DEL PANE
(Antologia AA.VV.,
“Ninna nanna … ti racconto una favola”,
Apollo edizioni
2020)
S’io facessi il fornaio vorrei cuocere un pane cosi grande
da sfamare tutta, tutta la gente che non ha da mangiare
.
(Gianni Rodari)
Caldo, fragrante e profumato
è un
buon pane appena sfornato,
ma
perché diventi tale
lungo è il cammino che c’è da fare.
In
autunno inoltrato i contadini
nei
campi piantano i semi piccini.
Dentro la terra d’inverno riposano
poi
in primavera germogliano piano.
D’estate dal sole ben riscaldate
fra
i papaveri fioriscono le spighe dorate.
Dentro al mulino di ogni bella spiga
si
macinano i chicchi che diventan farina.
Con
la bianca farina il panettiere,
che
bene sa fare il suo mestiere,
prepara l’impasto che cuoce al mattino
finché non diviene un pane o un panino.
Di
Altamura,Triora o Cerchiara,
a
filone, pagnotta o ciabatta,
quando poi sulla tavola arriva
sempre porta tanta allegria.
Acqua, farina, lievito e sale:
non
serve solo questo per fare il pane.
Ci
vuole cura e ci vuole passione,
ci
vuole pazienza e tanto amore.