Francesca Santucci
Antologia di poeti classici e contemporanei
SERA D’ESTATE Sera d’estate. Tra i ronzii dei bombi e i versi striduli delle pazze gazze fra i rami attardate, sonnolento e lento declina il giorno, si fa scuro il cielo. Oltre gli azzurri vetri dello spento focolare fra le stelle, che a mille a mille brillano, ecco, piano, con il suo splendore, la luna bianca avanzare. Più sola non sono: sembra Natale!
SE NEL CIELO IL MIO SGUARDO SPAZIA
Nei giorni assolati o di tempesta, nelle notti calme o di bufera, oltre le nuvole e il sole, la luna e le stelle, chiaro il tuo volto scorgo se nel cielo il mio sguardo spazia. Allora, diventa luce il buio, sorriso il pianto, s’annulla la distanza, e oceano inquieto più non è questo mare che da te mi separa ma placido fiume che alla sua foce torna. UN TEMPIO FU IL TUO VENTRE, MADRE Macigni sopra il petto sono le ore della notte di continuo solcate dal mio pensiero che a vele spiegate verso note rotte vaga.
Come se fosse vento, fra i meandri dei ricordi subdolo s’insinua, prepotente corre e il cuore strazia.
L’eco lo accompagna di un antico pianto: il mio vagito di neonata disperata all’atroce strappo.
Chiara la luna sopra il mio dolore splende ricordando che un tempio fu il tuo ventre, madre.
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